Aromi, profumi, sapori, affiorano lievi in ricordi di altri tempi: l’orzo, la preziosa bevanda cara a Ippocrate, protagonista delle modeste tavole dei nostri nonni.
Dipinto giocato su tonalità brune e ocra ad eccezione del canovaccio che irrompe discreto sulla scena ma senza imporsi, lasciando protagonista il vecchio bollitore del latte, la cui tenue lucentezza dell’alluminio, cattura l’attenzione del fruitore. La ruggine che ricopre il vecchio utensile per tostare l’orzo, accessorio ormai sconosciuto e in disuso, testimonia lo scorrere del tempo.
Gli oggetti disposti su di uno stesso piano prospettico, lievemente sormontati l’uno su l’altro, diventano attori di scena in cui ciascuno “recita” la sua parte. Volutamente alcuni dettagli sono inghiottiti nell’ombra, un’ombra leggera e serena, altri invece sono messi in risalto dalla luce del mattino che li inonda e li avvolge, un’atmosfera intima e circoscritta, tutto è pronto: l’orzo fumante, il latte, il pane spezzato, la buona colazione ha inizio e ci predispone ad un nuovo giorno. Roberta Rossi ama questo dipinto, pensato e progettato per lungo tempo, perché nel realizzarlo ha riprovato piacevoli emozioni e ha soddisfatto a pieno la sua idea iniziale.
Realizzazione
Il dipinto è legato al tema della memoria, quella memoria individuale, in cui Roberta Rossi ritrova dolci ricordi, frammenti della sua infanzia trascorsa in Toscana, sua terra di origine.
L’autrice attraverso oggetti appartenuti alla madre, come il vecchio bollitore del latte e il macina-caffè, ha ricreato il momento conviviale della colazione quotidiana di altri tempi, una colazione semplice, frugale: il pane, il latte e una tazza di orzo.
Dipinto realizzato con estrema cura dei dettagli, dai lievi riflessi sulla vecchia tavola di legno, alle cromie calibrate dell’alluminio semi-lucente, del legno del macina-caffè, del tostino per l’orzo, che donano armonia al dipinto nella sua complessità. Composizione realizzata con perizia e passione, preparata in studio ricercando luci e ombre che rendono l’atmosfera di un preciso momento, del primo pensiero germinato nella mente dell’autrice. Dopo aver preparato la composizione, l’artista esegue il disegno preparatorio completo in ogni dettaglio e nelle dimensioni che dovrà essere il dipinto, per essere successivamente trasferito sulla tela come facevano gli antichi Maestri. Solo dopo questi passaggi, inizia la fase della pittura e ciascun dipinto costituisce per l’artista, una realtà irripetibile e compiuta, perciò le sue opere sono sempre pezzi unici.
Come per ogni dipinto, anche per questo è stata usata la pregiata tela di lino proveniente dal Belgio, prodotta ancora con la preparazione artigianale di fine Ottocento che la rende sul mercato, unica e la migliore al mondo.
Opera esposta nel 2015 al Museo della Permanente a Milano nella mostra collettiva: Miscellanea, nel 2016 esposta nelle prestigiose sale della Casa dello Zecchiere a Milano (luogo del FAI) nella mostra personale: Colore-Segno-Forma e nel 2022 nella mostra bi-personale Il senso delle cose presso la Galleria degli Artisti a Milano.